Kenya 2018

Dopo un anno di astinenza forzata causa elezioni e conseguente instabilità politica, Vincenzo è tornato in Kenya, questa volta con un folto gruppo di altre 7 persone, per la gran parte alla prima esperienza in missione!
Dal 12 giugno al 1 luglio, tre settimane intense ed emozionanti con tanti spostamenti tra le diverse realtà seguite da anni.
Vediamo come è andata…

VINCENZO: colgo l’occasione di avere ancora ben vive e presenti dentro di me immagini, situazioni ed emozioni emerse in queste settimane in giro tra le missioni del Kenya, onde cercare di offrirvi una accettabile idea di cosa significa fare una esperienza come questa. Premetto un aspetto importante, per comprendere appieno il mio impegno a favore dei deboli e sfortunati fratelli in Kenya, un impegno che mi costringe a fare delle scelte non facili, tra cui quella di “abbandonare” per 3 settimane moglie e due bambini stupendi…. Un impegno che consiste nell’accompagnare anche persone conosciute solo poco prima della partenza ed in funzione del viaggio, per consentir loro di fare un’esperienza di vita meravigliosa e portare soprattutto il loro contributo Umano ma anche materiale ed economico. In questo viaggio siamo stati testimoni di tanta bontà proveniente dal nostro gruppo. Impegno che prevede anche un processo di conoscenza delle realtà locale, di rispetto e condivisione. Onde essere preparati efficacemente. Quindi, una volta rientrati cerchiamo di riportare il nostro vissuto tra le genti in Italia, attraverso percorsi di formazione, sensibilizzazione ed educazione che ci (soprattutto me, mia moglie Francesca e l’eccezionale Pippo) vedono impegnati in scuole, piazze, asili, oratori, circoli ed incontri privati. Perché tutto questo? Perché crediamo fortemente in quello che facciamo e soprattutto crediamo in quei Valori che l’Africa è in grado di trasmetterci. Ma soprattutto perché, una volta che vediamo che vita fanno laggiù, non vogliamo restare senza fare niente per migliorare le loro vite, soprattutto dei bambini. Tanti ci hanno donato anche un solo sorriso, anziani, piccoli e infermi consapevoli che la vera ricchezza non sta nelle cose ma nel cuore di ognuno di noi. Liberiamo i nostri cuori per fare spazio alla bellezza della Vita, che in tanti oramai hanno dimenticato… L’invito che rivolgiamo sempre a tutti è quello di unirsi a noi in questa “avventura di Vita” ciascuno secondo le proprie possibilità, perché come recita un meraviglioso detto: “nessuno è così ricco da non aver nulla da ricevere, nessuno è così povero da non aver nulla da donare“… Asante sana!

PIPPO: Questo mio nuovo ritorno in Kenya per certi versi è stato forse il più esaltante. Per il gruppo che nel corso dei mesi si stava formando variegato e variopinto, con ben 3 persone che partivano insieme a me da Chioggia, a dimostrare che forse ho seminato bene. Esaltante anche per l’avventuroso viaggio sulle strade sterrate della savana con un Matatu un poco malconcio e spesso fermato dalla polizia per ipotetiche irregolarità, ma esaltante soprattutto per le emozioni che hanno saputo donarmi i vari incontri con le persone a cui mi sono particolarmente legato. In primis Rebecca, alla quale ho potuto donare una bellissima collana d’argento opera dell’amico Michele Siviero ed un album di fotografie che ripercorre la storia dei nostri incontri, dal 2014 ad oggi. Poi i brividi alla pelle nel vedere di persona la Pippo House” edificata da Grace Seneiya grazie alle mie donazioni e utilissima fonte di gettito costante a sostegno delle necessità del Centro Sherp a Maralal. Il pozzo a Marsabit, Nyaikyo ormai grandicella, che sta bene dopo l’operazione al cuore, Eria, Alcano, Isaac e tutti i vecchi e nuovi amici che ho potuto incontrare. Le suore, Nirmala e Piccole Ancelle in particolare, affettuosamente ospitali e infaticabili nel loro operato, poliedriche nelle molteplicità delle loro sfaccettature: religiose, educatrici, infermiere… Alla Providence Home, ormai conclusa, abbiamo consegnato a Suor Mary una simpatica targa ricordo offerta dalla nostra Amministrazione come segno di vicinanza della nostra città. Oltre a varie donazioni in denaro, abbiamo portato anche materiale scolastico, abbigliamento sportivo, medicinali e tanti palloncini colorati. Inoltre, a Marsabit, si sono svolte le Pippiadi, una estemporanea parodia di sport per niente estremi nei quali i ragazzi si sono comunque dati battaglia per poter primeggiare. Da buoni italiani le abbiamo un poco taroccate facilitando alcuni a discapito di altri, comunque alla fine c’è stato un unico vincitore, il divertimento. Abbiamo provato anche a portare, come la volta precedente con la “seppa secca”, alcuni prodotti tipici del nostro territorio. A Ngaremara ho potuto donare a Sister Alphonsa un sacchetto dei nostri tipici bossolà, al Pastoral Centre di Maralal le inservienti erano attentissime ad imparare la ricetta dei “spaghetti co’ le sardele salàe”. Non voglio dilungarmi oltre perché potrei scrivere un romanzo intero su questa esperienza ma non renderebbe nemmeno minimamente l’idea di ciò che si prova a viverla in prima persona. Il mio sogno resta sempre quello di avere la forza fisica per intraprendere un nuovo ritorno, magari accompagnato da altri nuovi concittadini.

FRANCESCA: mentre formulo le mie ultime riflessioni e socchiudo la valigia dei sogni… Il mio percorso di vita in questa parte colorata del mondo “volge a termine”… Amo sempre lasciare le valigie socchiuse…. amo averle sempre pronte e a disposizione… per affrontare nuovi percorsi… nuovi viaggi… nuove esperienze di vita…! La vita spesso è difficile… ci mette a dura prova… ma la vita è bella…!!! Oggi più che mai confermo che il mondo… la terra…. Gli abbracci…. I sorrisi… I colori… Sono di tutti….!!! Nessuno escluso! Forse Il mio unico ruolo è regalarne qualcuno… Spero di esserci riuscita anche in Questa parte del mondo…!!! Non è stato facile… Ma rientro ancora più convinta che il mio ruolo come donna, come educatrice, come futura madre, come piccola imprenditrice e come dirigente… Prosegua in Italia…! Attraverso la sensibilizzazione…! E che in primis il mio ruolo sia quello di essere figlia, essere sorella, essere famiglia…!!! Una giovane donna chiese a Madre Teresa di Calcutta: “madre come posso fare la missionaria??? Lei rispose… Rientra pure a casa tua, prenditi cura della tua famiglia, dei tuoi figli e di tuo marito..”! ecco… Ogni giorno della nostra vita abbiamo di fronte una missione… Nel lavoro.. in famiglia… nella vita sociale… Ma spesso ignoriamo…! Sono partita con una valigia di sogni… Rientro con una valigia di insegnamenti…!!! Ovunque andrò… la mia missione sarà solo una… La stessa che ho sempre portato avanti sino a oggi… offrire sorrisi… regalare speranze… continuare a onorare con fede il dono della vita che mio padre è mio madre mi hanno regalato !!! Chiaramente è ancora maggiore la consapevolezza!!! Grazie infinite a tutti…! Grazie mamma e grazie papà per il vostro contributo e sostegno come figlia ! Grazie Per i valori trasmessi e per gli insegnamenti di vita !!! Grazie a voi tutti per avermi sostenuta a distanza, grazie per il vostro contributo economico… ma soprattutto… Grazie per il vostro contributo umano!!! grazie a Vincenzo, grazie al gruppo, ho speso qualche giorno fa un ringraziamento individuale per ogni persona del gruppo che ha contribuito in modo diverso ad arricchirmi, grazie a tutti coloro che ci hanno accolto ogni sera al tramonto come una grande famiglia!!! Grazie a Lina compagna di fede in questo viaggio, grazie Francesca per avermi ospitato in pre partenza , Grazie agli amici e alle famiglie della nostra scuola aver sostenuto il nostro progetto… Ma soprattutto Grazie ai bambini del mondo! Grazie agli anziani! Grazie ai missionari e ai medici che operano spesso in silenzio.. dentro un mondo nel mondo… talvolta sconosciuto… ! Grazie…! Grazie Kenya….! Grazie vita!

CECILIA: sin da subito ho pensato che fossero le persone più sorridenti e disponibili che avessi mai incontrato. Lì “Hakuna Matata” non è solo un’espressione, è uno stile di vita, e di problemi ce ne sono, tanti, ma loro hanno la capacità di osservarli in modo diverso. Sono forti, dignitosi e dopo poco ho capito che se anche ero lì per “donare” l’avrebbero fatto loro con me e io ne avrei assorbito il più possibile. Ogni missione visitata è pane per l’anima, ho imparato a non fermarmi alle apparenze, talvolta gli occhi hanno paura ma non deve averne il cuore. Chi ha deciso di dedicare la propria vita agli altri, in ogni forma, ha tutta la mia ammirazione, noi siamo di passaggio, loro hanno fatto della missione la propria casa, la propria vita. Durante questo mese in Kenya ho ballato, cantato, corso, riso, osservato, ascoltato, ho amato quei sorrisi più di ogni altra cosa; mi sono sentita me stessa come mai prima, ho fantasticato durante le ore di viaggio a bordo del nostro matatu nel bel mezzo della savana; mi sono fatta amici ed amiche, sorelle e fratelli; ho pregato, ho visto bambini nascere, mi sono inchinata di fronte alla dignità delle donne africane; ho abbracciato, ho amato ogni cosa. Andare in Africa è un dono che ognuno di noi può decidere di farsi, il dono più bello.

CRISTINA:

LINA:

MARIA PIA:

TRISTANO:

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