Dicembre 2021 – Per noi e per don Carlo, il SOGNO è sempre stato quello di un suo ritorno in missione dopo la lunga parentesi in Italia, seguita ai 10 anni (1994 – 2004) trascorsi come missionario fidei donum in Kenya, presso la parrocchia Cristo Re di Nanyuki.
Ed ora… è finalmente arrivato il momento di correre il rischio di vivere il Sogno,
in Tanzania, nella MISSIONE DI PAWAGA!
AFRICA 2.0: UN SOGNO DIVENTATO REALTA’!
Era l’ottobre del 2004 quando, dopo un’esperienza bellissima di 10 anni nella missione di Nanyuki in Kenya come missionario fidei donum, feci rientro nella mia diocesi di Cagliari. Avevo 40 anni. Facendo tesoro di quell’esperienza in terra africana feci ciò che devono fare i missionari che rientrano: CONDIVIDERE quel bagaglio di esperienza. Lo feci in tutte le circostanze che mi capitavano, come uomo e come prete. E più lo facevo e più mi “ammalavo” di un bene incurabile: il MALDAFRICA! Sono stati anni in cui l’Africa permeava non solo le mie prediche ma anche il mio stile di vita, il modo di pensare. Posso tranquillamente dire che l’Africa ha migliorato anche il mio modo di essere e di vivere “europeo”. Fino al momento incredibile, a 42 anni, quando il buon Dio ha permesso che una condropatia rapidamente degenerativa mi costringesse per 8 anni a usare le stampelle e la carrozzella. Lo dico oggi con tutta la lucidità di cui sono capace: l’Africa mi ha dato la forza di accogliere, accettare e affrontare quella prova come un’opportunità. Con l’Africa nel cuore e nelle vene ho vinto una delle partite più difficili e più belle della mia vita: accettare la mia invalidità! E proprio quando la condropatia degenerativa mi ha costretto ad un angolo… ho osato sognare: ritornare in Africa! Sì! Proprio quando umanamente i numeri dicevano basta, non puoi, non devi… è proprio allora che ho “sfidato” Dio. Gli ho detto “ECCOMI”, fai di me quello che vuoi… ma, se si aprirà anche solo uno spiraglio sappi che sono pronto a offrirmi anche per una nuova esperienza missionaria in Africa! Sognare di tornare in missione in Africa da “invalido”. come la chiamate voi, follia? Io l’ho chiamato: SOGNO!!!! Quante chanches avevo di realizzarlo? 1 su un milione. E quell’unica chanche aveva come unica condizione, secondo me, che il mio… fosse anche il sogno di Dio! E così è stato!
CRONISTORIA DEL SOGNO DI DIO IN ME…
Nel 2004 rientro in Italia dopo 10 anni di missione in Kenya e sono nominato viceparroco.
Nel 2005 vengo colpito da una condropatia rapidamente degenerativa al ginocchio sinistro con interessamento anche dell’altro ginocchio e di tutte le parti molli delle articolazioni. Resto a letto tre mesi e 6 mesi in carrozzella.
Nel 2006, dopo che mi riprendo un po’ dai dolori, vengo nominato parroco di un paese ma dopo appena un anno i dolori, soprattutto al ginocchio sinistro, mi costringono prima a fermarmi e poi nel 2008 a rinunciare del tutto alla parrocchia.
Il vescovo mi nomina cappellano presso la Residenza Sanitaria Assistenziale “Mons Angioni” delle Suore del Buon Pastore. Un’esperienza fantastica con malati cronici, terminali, invalidi. Ho fatto conoscenza con la SLA, il cancro, l’Alzahimer, la demenza.
Nel 2012 il nuovo vescovo di Cagliari Mons. Arrigo Miglio mi sceglie, tra la mia incredulità, come segretario personale. Ricordo la battuta che gli feci: “che se ne fa di un segretario disabile?” Lui mi rispose: “non m’interessa cosa riesci a fare m’interessa cosa sei per me”. Non gli ho mai più fatto quella domanda stupida….
Nel 2013 un professore di ortopedia vicino a Verona mi propone di fare un’operazione che altri proponevamo di procrastinare di almeno 20 anni considerando la mia età: la protesizzazione totale del ginocchio sinistro. Accettai e con la benedizione del vescovo partii a ottobre, subito dopo la storica visita di Papa Francesco a Cagliari. Tra operazione e riabilitazione lì e poi a Cagliari, dopo 4 mesi camminavo senza bisogno di stampelle! Una nuova vita. Tra l’atro a febbraio 2014 il vescovo mi portò con lui in viaggio a visitare la missione di Nanyuki in Kenya. Che emozioneeeeee. Per la prima volta tornavo in Africa.
Nel 2014 vengo nominato assistente regionale dell’UNITALSI e cappellano della Comunità di San Rocco il cui fondatore era appena deceduto. Nel mentre continuavo ad essere cappellano della Residenza Sanitaria e segretario dell’arcivescovo.
Nel 2015 vengo nominato, oltre a tutto il resto, anche assistente diocesano del TLC e vicedirettore del Centro missionario diocesano.
Nel luglio del 2017 l’arcivescovo compie 75 anni e, come da prassi, presenta le dimissioni al Papa. A quel punto “m’infilo” io con una richiesta: “Lei si ritira e io le chiedo formalmente di ripartire in missione in Africa, non desidero altro”. Ricordo che mons. Arrigo non la prese benissimo ma mi voleva e mi vuole tanto bene e seppure a denti stretti disse: “OK”! A settembre puoi partire”. Il cuore mi scoppiava di gioia!!!! Ma non avevo fatto i conti con Dio.
Pochi giorni dopo quell’OK i Vescovi Sardi fanno una richiesta a mons. Arrigo: “visto che tu ti ritiri puoi chiedere a don Carlo se ci dà una mano nell’equipe formativa del Pontificio Seminario Regionale Sardo?”. Mons. Arrigo disse ai vescovi la promessa che mi aveva appena fatto di mandarmi in missione… ma i vescovi, così mi raccontò mons. Arrigo, all’unanimità insistettero….
Davanti a quella “chiamata” così autorevole accettai e dall’agosto del 2017 feci parte dell’Equipe, mantenendo: la segreteria dell’arcivescovo, l’UNITALSI, il TLC, San Rocco, il Centro missionario. Lasciai soltanto la Residenza Sanitaria! Niente male per avere un ginocchio artificiale!!!!! Tra me pensai.… ho perso l’Africa!
Sottoscrivo quanto diceva Celentano di Dio: “Dio è rock!!!!”
2020: arriva a Cagliari un nuovo arcivescovo Mons. Giuseppe Baturi, sacerdote catanese, il quale mi mantiene come segretario personale. Nel farmi conoscere a Lui gli apro il mio cuore rivelandogli il mio sogno: rifare un’esperienza missionaria in Africa. Ed ecco il COLPO DI SCENA: la diocesi di Catania è gemellata da anni con la diocesi di Iringa in Tanzania. Tra l’altro lo stesso arcivescovo, da studente in teologia a Catania, ha avuto come compagno di studi un prete tanzaniano di Iringa che ora è vicecancelliere dell’università cattolica di Iringa. Bingooooooo!!!!!!
2021: termina la mia esperienza nell’equipe del Pontificio Seminario Regionale Sardo col vescovo che annuncia agli altri vescovi sardi: don Carlo non potrà far parte della nuova equipe perché lo invierò in missione in Tanzania!
Da Luglio 2021 il vescovo mi lascia libero da tutti gli incarichi per la preparazione immediata (spirituale, fisica, documentaria) alla partenza in missione. A ottobre mi dà il mandato durante la veglia missionaria diocesana. Ormai mancano solo le valige…
27 Dicembre 2021: alle ore 16.20 prendo l’aereo per Roma
e alle 22.45 prendo l’aereo per l’AFRICA.
Il sogno… coi tempi e i modi di Dio… è diventato realtà!!!!!!!
Art. Missioni Consolata Dic 2021 – “Questa partenza? Uno dei gol più belli della mia vita!”
Art. Unione Sarda Lug 2021 – “Questa volta vado io dai migranti”
Don Carlo Rotondo, sacerdote della diocesi di Cagliari, è attualmente missionario “fidei donum” aggregato ai Missionari della Consolata, in Tanzania, nella missione di Pawaga, diocesi di Iringa. Prima di ripartire per questa nuova esperienza in Africa, ha ricoperto diversi incarichi, tra i più recenti: segretario particolare dell’arcivescovo di Cagliari Mons. Giuseppe Baturi e del suo predecessore Mons. Arrigo Miglio, membro dell’equipe educativa del Seminario Pontificio Regionale Sardo.
Tifosissimo del Cagliari calcio, grande amico, ha celebrato le nostre nozze e condivide con noi…. tanti Sogni!
Anche grazie a lui, alla sua passione, al suo entusiasmo ed al suo “cuore africano” abbiamo scoperto e ci siamo sempre più innamorati della vera essenza di questo grande continente: semplicità, bellezza, sorrisi, saggezza e carica di umanità.
Un pranzo con cibo africano, in casa di africani, assieme ad africani… Una Messa in uno sperduto villaggio che inizia con ore di ritardo perché la notte prima ha piovuto e la gente percorrere a fatica i fangosi chilometri per raggiungere la chiesa… La grande gioia di tanti giovani che ricevono in dono divise sportive… Una passeggiata nello slum… Una bibita calda bevuta assieme ad amici africani dopo gli allenamenti della squadra di calcio femminile… Una visita ai malati terminali dell’Huruma… Nulla di più bello, vero ed autentico! Questa, e molto altro, è l’Africa di don Carlo, questa è l’Africa che noi così tanto amiamo.
Ad unirci ancora di più, la grande passione per lo sport che ha prodotto una tesi di laurea scritta in una piccola ed improvvisata palestra di body building nata grazie all’aiuto di don Carlo in una baraccopoli di Nanyuki e tanti momenti di gioia e condivisione con le migliaia di giovani “strappati” alla strada ed impegnati nelle più svariate discipline sportive, dal calcio all’atletica, dal basket al taekwondo, dalla pallavolo al ping pong…
Riuscire a vivere con “cuore africano” ovunque ci si trovi, questo l’insegnamento più prezioso nonché… la sfida più grande!
Spazio ora alla “voce del cuore”, colma di sentimenti ed emozioni intense che rendono la Vita ancor più bella…
NDOTO YA AFRIKA
(il sogno africano)
L’11 ottobre 2014 segna i 10 anni esatti dal mio rientro dall’Afrika, dove ho trascorso 10 anni meravigliosi della mia vita come missionario “fidei donum” ovvero “dono della fede”….. un nome un programma!
La “mia” missione si trovava e si trova a Nanyuki nel Laikypia District, Central Province con capoluogo regionale Nyeri, sede della diocesi, cuore della tribù dei Kikuyu i quali sono stati tra gli artefici della nascita della repubblica del Kenya assieme ai Mau Mau che combatterono i coloni inglesi nelle foreste dell’Aberdare e del monte Kenya.
Nanyuki, cittadina 200 km a nord della capitale Nairobi, alle falde del monte Kenya, è situata esattamente sullo zero dell’equatore; una delle foto “turistiche” più toghe è mettere un piede nell’emisfero boreale e l’altro in quello australe sotto il cartello dell’equatore. Essendo il capolinea a nord della ferrovia commerciale che parte dalla capitale, nel tempo e’ diventata l’avamposto degli scambi commerciali: ciò ha favorito la presenza di tutte le tribù per scambi, acquisti e baratti. Una circostanza che permette di incontrare a Nanyuki un po’ tutte le tribù kenyane, sempre comunque con prevalenza Kikuyu.
10 anni che non posso, e non voglio, dimenticare perchè hanno segnato stupendamente la mia persona come uomo e come prete. Chiamatelo, se volete, MALDAFRICA!!!!!!!! All’Afrika ho regalato tutti i miei 30 anni… per poi rientrare in Italia al 40mo compleanno, quando il mio vescovo mons. Mani mi ha richiamato ritenendo conclusa l’esperienza fidei donum (nelle costituzioni fidei donum l’esperienza dovrebbe durare da un minimo di 9 anni ad un massimo di 12) reinserendomi nella mia diocesi di Cagliari… dove spero davvero di essere un donum… restituito dall’Afrika migliore di come ero partito nel febbraio 1994.
Ho capito e sto capendo cosa è stata l’Afrika per me e ciò che sono diventato grazie all’Afrika.
La sintesi più bella di questi 10 anni l’hanno fatta gli afrikani stessi quando ci siamo salutati e mi hanno fatto MZEE: anziano, persona degna di essere ascoltata, e dato il nome tribale kikuyu di MAINA (dovessi riandare a Nanyuki mi presenterò come father Carlo Rotondo Maina). Quando mi hanno ringraziato per i 10 anni in Afrika hanno detto “ASANTE KWA KUWAKO KWAKO”. La traduzione migliore e’ questa: “GRAZIE PER AVER VISSUTO IL TUO ESSERE QUI CON NOI”!!!!!! Fantastici: non grazie per i doni e le cose che ci hai dato ma per il dono del tuo essere vissuto qui con e per noi !!!!!!! Un’idea e un concetto che mi sono portato dietro qui in Italia e che vivo tutt’oggi come stile di vita: DAI CIO’ CHE SEI !!!!!!!!!
A proposito di portare: al rientro dall’Afrika la valigia del cuore era “sovrappeso”… grazie a Dio le compagnie aeree non pesano il cuore!!!!
Lasciando l’Afrika, dopo l’investitura di MZEE, ho fatto loro una promessa: MI IMPEGNERO’ AD ESSERE STATO DEGNO DI ESSERE STATO IN MEZZO A VOI VIVENDO IN ITALIA CON “spirito” AFRIKANO.
Mi chiedono spesso cos’è lo “spirito” afrikano… Lo “spirito” afrikano è sorridere alla vita perché “MUNGU WAKO” = “c’è Dio”. Vi assicuro che è tutto fuorché una banalità. E’ fede vera, autentica, disarmatamente semplice eppure devastantemente potentissima: il SORRISO…. la lezione di vita più bella che ho imparato in Afrika!
E ora non mi resta che NDOTO YA AFRIKA: un sogno… afrikano!!!!!!! TORNARCI !!!!!
A questo sogno, che vedo condiviso da tanti amici (che bello) ho posto una sola condizione: deve essere Dio a volerlo. Un prete non dovrebbe mai andare dove vuole lui e fare ciò che gli piace ma deve aspettare che un Altro gli indichi la strada. Aspetto…. quel dito indice indicarmi la direzione… e sogno che sia verso sud… oltre il mediterraneo, all’orizzonte della mia stupenda Cagliari. Qualche notte alzo gli occhi verso il cielo e vedo brillare la Stella Polare… mi giro dall’altra parte… e già mi sembra di vedere un dito….
Vi ringrazio di avermi letto, spero di avervi contagiato…. il MALDAFRIKA…. e chissà… che qualche pagina di questi racconti non la scriviamo INSIEME !!!!!!!!!!!!
Non sono io che sono andato è l’Afrika che è venuta da me: averle permesso di trovarmi è stata la cosa più bella che mi è capitata!
doncarlomissionariorossoblu
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Intervento di don Carlo durante il primo incontro di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù – Rio de Janeiro 2013.
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Intervento di don Carlo durante il secondo incontro di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù – Rio de Janeiro 2013.
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Intervento di don Carlo durante il terzo incontro di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù – Rio de Janeiro 2013.
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ciao don carlo non ti dimenticheremo mai delle tue prediche e della tua grandissima fede che ci innietavi.saluti antoniano
Don Carlo….. il mio fantastico professore di religione alle medie… 😀
GRAZIE Don Carlo RossoBlu…leggere queste righe mi ha fatto tornare in dietro nel tempo…quanti insegnamenti quanta gioia di vivere quanta energia…quanto dispiacere vederti andar via dal nostro piccolo paese. . E quanto piacere riascoltarti e vederti oggi. Grazie per sempre!