Tiziano, in arte Pippo Zaccaria, e Cheti, due splendide persone di Chioggia conosciute tramite Striscia la Notizia a seguito delle “malefatte” dell’attore Edoardo Costa… E a conferma che non tutto il male vien per nuocere dal nostro incontro è nata una bella amicizia e soprattutto tanta reciproca voglia di darsi da fare per aiutare il prossimo!
Da quando, grazie ai servizi di Striscia la Notizia, ero venuto a conoscenza di uno dei più grandi scandali “benefici” ad opera di un noto attore italiano che raccoglieva fondi senza poi inviarli a destinazione, ho intrapreso un tipo di aiuto benefico “concreto”. Aiutare il prossimo non è cosa da poco. Non si tratta solo di fare uno spettacolo e dare l’incasso in beneficenza. Significa anche metterci la faccia, esporsi alle critiche ed ai sospetti di persone maligne che mettono in dubbio la tua credibilità. Certi atteggiamenti mortificano e demoralizzano e devo ammettere di averne subiti tantissimi. Ma grazie agli amici, ad alcuni sponsor compiacenti ad al continuo sostegno del pubblico, sono riuscito a passare oltre e quest’anno, finalmente, ho potuto avere la gioia di toccare con mano la concretezza dei nostri sforzi.
A inizio Febbraio 2014 son partito per il Kenya con mia moglie ed altri amici, fra cui Vincenzo Calì che fin dall’inizio è stato il mio contatto diretto con il Centro S.h.e.r.p.. Ho portato con me solo la consapevolezza di poter essere accolto con benevolenza da persone semplici che hanno saputo apprezzare fin dall’inizio quanto siamo riusciti a fare. La somma totale di 17.000 euro inviata grazie alle nostre piccole iniziative, alla nostra esigua popolarità, da noi in Italia è una cifra irrisoria ma per loro rappresenta un piccolo miracolo. Come Vincenzo mi aveva anticipato, è stata un’esperienza che mi porterò appresso per tutta la mia vita e son contento di averla condivisa con mia moglie che bene si è adattata alla situazione spartana in cui ci siamo immersi. L’abbiamo intrapresa come una vacanza alternativa, lontana dai soliti villaggi all-inclusive cui eravamo abituati, fatta di spostamenti in fuoristrada sulle strade sterrate della savana, fuori dai consueti itinerari turistici, che ci ha permesso comunque di vedere, di vivere, di conoscere personalmente quanto realizzato.
Proprio per questo, pur convinto di non riassaporare più le sensazioni della “prima volta”, non vedo l’ora di tornarci. E questo mio desiderio, che spero possa avverarsi quanto prima, non è il tanto declamato “mal d’Africa”, bensì la voglia di rivedere i volti, le persone che ho conosciuto, soprattutto bambini, i loro sorrisi che pur in mezzo a tanti disagi, son riusciti ad illuminare le nostre giornate. Un’esperienza che tante, troppe persone avrebbero bisogno di fare. Dopo oltre 40 anni di questa mia attività nel mondo dello spettacolo, seppur a livello dilettantistico, avevo deciso di chiudere la mia carriera, forse sconosciuta ai più ma molto apprezzata e condivisa nel mio territorio, ma dopo aver vissuto direttamente questa esperienza ho deciso di continuare ancora perché solo con il mio personaggio cabarettistico potrò aiutare queste splendide persone.
Impossibile trovare le parole giuste per descrivere questa esperienza ma spero che questa mia testimonianza possa fare da stimolo a tante altre persone perché uno non può aiutare tutti ma tutti possiamo aiutare qualcuno.