Anch’io, come la maggior parte delle persone, ho sempre pensato all’Africa come a un luogo dove passare una meravigliosa vacanza tra spiagge bianche, spazi sconfinati, paesaggi mozzafiato e animali selvatici liberi nella immensa savana.
Ma nel lontano 2005, anno del mio primo viaggio in Kenya, ho scoperto che l’Africa non è solo questo, ma molto di più.
Grazie ai racconti e all’entusiasmo trasmessomi da mia figlia Francesca al suo rientro a casa dopo aver trascorso due mesi a stretto contatto con le realtà africane ho deciso di partire. Volevo vedere di persona tutto quello che avevo sempre visto attraverso i documentari comodamente seduta in poltrona. Ho ammirato da vicino le bellezze naturali di questa terra, ho apprezzato una cultura diversa dalla nostra, usi e costumi locali. Ho frequentato orfanotrofi, scuole, missioni, dispensari, centri di accoglienza. Ho conosciuto missionari e volontari impegnati ad aiutare il prossimo.
Al primo viaggio ne sono seguiti altri, affrontati sempre con più entusiasmo e voglia di raccontare e far conoscere alle persone quanto ci insegna questa esperienza. Ho imparato ad apprezzare quello che ho e a dare meno importanza a tante cose che prima credevo necessarie. Mi sono resa conto di avere ricevuto dalle persone che là ho incontrato molto di più di quello che ho dato. Il sorriso dei bimbi, l’ospitalità e il calore umano della semplice accoglienza ricevuta, mi hanno spinto a dedicare un po’ del mio tempo per aiutare chi vive in condizioni più disagiate di noi.
Papà Maurizio è volato in cielo ad agosto del 2011. Da lassù continua a viaggiare assieme a noi, con la stessa passione, entusiasmo, voglia di scoprire il mondo ed aiutare il prossimo, tutti valori che mi ha trasmesso, che cerco di vivere quotidianamente e di trasmettere a mia volta. Asante sana baba!
Kaburi ya wafu ni moyo ya watu
La tomba dei morti è il cuore dei vivi